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Le passanti
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– A una passante –
Urlava attorno a me la via assordante.
Lunga, sottile, in lutto, maestoso
dolore, alto agitando della gonna
il pizzo e l’orlo con fastosa mano,
una donna passò agilmente, nobile
con la sua gamba statuaria. Ed io,
come un folle, bevevo nel suo occhio
– livido cielo nel cui fondo romba
l’imminente uragano – la dolcezza
affascinante e il piacere che uccide.
Un lampo… poi la notte! – O fuggitiva
beltà, per il cui sguardo all’improvviso
sono rinato, non potrò vederti
che nell’eternità? In un altro luogo,
bel lontano di qui, e troppo tardi,
mai, forse! Perché ignoro dove fuggi,
e tu non sai dove io vado, o te
che avrei amata, o te che lo sapevi!
(C. Baudelaire)
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– Les passantes / Le passanti –
Je veux dédier ce poème A toutes les femmes qu’on aime Pendant quelques instants secrets, A celles qu’on connait à peine, Qu’un destin différent entraîne Et qu’on ne retrouve jamais. |
Io dedico questa canzone ad ogni donna pensata come amore in un attimo di libertà a quella conosciuta appena non c’era tempo e valeva la pena di perderci un secolo in più. |
A celle qu’on voit apparaître Une seconde à sa fenêtre, Et qui, preste, s’évanouit, Mais dont la svelte silhouette Est si gracieuse et fluette Qu’on en demeure épanoui. |
A quella quasi da immaginare tanto di fretta l’hai vista passare dal balcone a un segreto più in là e ti piace ricordarne il sorriso che non ti ha fatto e che tu le hai deciso in un vuoto di felicità. |
A la compagne de voyage Dont les yeux, charmant paysage, Font paraître court le chemin; Qu’on est seul, peut-être, à comprendre, Et qu’on laisse pourtant descendre Sans avoir effleuré la main. |
Alla compagna di viaggio i suoi occhi il più bel paesaggio fan sembrare più corto il cammino e magari sei l’unico a capirla e la fai scendere senza seguirla senza averle sfiorato la mano. |
A celles qui sont déjà prises, Et qui, vivant des heures grises Près d’un être trop différent, Vous ont, inutile folie, Laissé voir la mélancolie D’un avenir désespérant. |
A quelle che sono già prese e che vivendo delle ore deluse con un uomo ormai troppo cambiato ti hanno lasciato, inutile pazzia, vedere il fondo della malinconia di un avvenire disperato. |
Chères images aperçues, Espérances d’un jour déçues, Vous serez dans l’oubli demain; Pour peu que le bonheur survienne, Il est rare qu’on se souvienne Des épisodes du chemin. |
Immagini care per qualche istante sarete presto una folla distante scavalcate da un ricordo più vicino per poco che la felicità ritorni è molto raro che ci si ricordi degli episodi del cammino. |
Mais si l’on a manqué sa vie on songe avec un peu d’envie, A tous ces bonheurs entrevus, Aux coeurs qui doivent vous attendre, Aux baisers qu’on n’osa pas prendre, Aux yeux qu’on n’a jamais revus. |
Ma se la vita smette di aiutarti è più difficile dimenticarti di quelle felicità intraviste dei baci che non si è osato dare delle occasioni lasciate ad aspettare degli occhi mai più rivisti. |
Alors, aux soirs de lassitude, Tout en peuplant sa solitude Des fantômes du souvenir, On pleure les lêvres absentes De toutes ces belles passantes Que l’on n’a pas su retenir. |
Allora nei momenti di solitudine quando il rimpianto diventa abitudine, una maniera di viversi insieme, si piangono le labbra assenti di tutte le belle passanti che non siamo riusciti a trattenere. |
(A. Pol – Traduzione di F. De Andrè)
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G. Brassens, Les passantes
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F. De Andrè, Le passanti
Il vuoto
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Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
(E. Montale)
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