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Hymne à la Beauté

6 novembre 2009 Lascia un commento

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Tu vieni dal profondo cielo o sorgi

dall’abisso, o Beltà? Versa il tuo sguardo

infernale o divino, mescolati,

il beneficio e il crimine, e per questo

al vino ti potrei rassomigliare.

Hai nell’occhio l’aurora ed il tramonto;

come una sera tempestosa spandi

profumi; ed i tuoi baci sono un filtro,

e la tua bocca un’anfora, che fanno

coraggioso il fanciullo, l’eroe vile.

Sorgi dal nero abisso oppure scendi

Dalle stelle? Il Demonio, affascinato,

come un cane è attaccato alle tue gonne;

spargi a caso la gioia ed i disastri,

e tutto reggi, e di nulla rispondi.

Sopra i morti, o Beltà, di cui ti ridi,

cammini. Non è il meno affascinante,

l’Orrore, tra le tue gioie; amoroso

sopra il tuo ventre orgoglioso danza

l’Omicidio, fra i ciondoli il più caro.

Vola abbagliato verso te l’effimera,

o candela, fiammeggia stride e dice:

“benediciamo questa torcia!” Anela

l’innamorato chino sulla bella,

e ha l’aria d’un morente che accarezza

la sua tomba. O Beltà, cha cosa importa,

o mostro spaventoso enorme ingenuo,

che tu venga dal cielo o dall’inferno,

se mi schiude la porta il tuo sorriso

ed il tuo piede e l’occhio a un Infinito

adorato ed ancora sconosciuto?

Di Satana o di Dio, che importa? Angelo

o Sirena, che importa se mi rendi,

– fata dagli occhi di velluto, ritmo,

profumo, luce, unica regina! –

questo universo meno ripugnante

e questi brevi istanti meno gravi?

(C. Baudelaire)

*

Raffaello, Trasfigurazione