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Archive for the ‘Vermeer’ Category

Lettera

3 aprile 2010 79 commenti

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Mia Cordelia!

Che cos’è la bramosia? Il linguaggio e i poeti vi fanno far rima con la parola «prigionia». Che assurdo! Come se solamente chi è in prigione potesse bramare, come se non si potesse bramare quando si è liberi… Posto che io fossi libero, …e come io bramerei… E per altro libero io sono di certo, libero al pari d’un uccello, …e tuttavia come non bramo! …Io bramo quando vengo da te, bramo quando ti lascio, e perfino quando siedo al tuo fianco ti bramo… Ma si può dunque bramare ciò che si ha? Sì, quando si consideri che all’istante seguente forse non lo si avrà… La mia bramosia è un’eterna impazienza… Unicamente nel caso in cui avessi vissuto tutte le eternità e mi fossi convinto che ad ogni istante m’appartieni, unicamente allora ritornerei di nuovo da te e con te vivrei tutte le eternità, e certo non avrei abbastanza pazienza per essere un istante separato da te senza bramare, ma abbastanza confidenza per sedere tranquillo al tuo fianco.

Tuo Johannes

(S. Kierkegaard, Diario del seduttore)

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5 novembre 2009 Lascia un commento

P. Cezanne, Natura morta

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[…] Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla prospettiva di un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè in cui avevo inzuppato un pezzetto di madeleine.

Ma nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario.

Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva subito reso indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità inoffensive, la sua brevità illusoria, nel modo stesso che agisce l’amore, colmandomi d’un’essenza preziosa: o meglio quest’essenza non era in me, era me stesso.

(M. Proust, La strada di Swann)

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J. Vermeer, Veduta di Delft