Orfeo. Variazioni sul tema – I (Pavese)
*
ORFEO : – È andata così. Salivamo il sentiero tra il bosco delle ombre. Erano già lontani il Cocito, lo Stige, la barca, i lamenti. S’intravvedeva sulle foglie il barlume del cielo. Mi sentivo alle spalle il fruscio del suo passo. Ma io ero ancora laggiù e avevo addosso quel freddo. Pensavo che un giorno avrei dovuto tornarci, che ciò che è stato sarà ancora. Pensavo alla vita con lei, com’era prima; che un’altra volta sarebbe finita. Ciò che è stato sarà. Pensavo a quel gelo, a quel vuoto che avevo traversato e che lei si portava nelle ossa, nel midollo, nel sangue. Valeva la pena di rivivere ancora? Ci pensai, intravvidi il barlume del giorno. Allora dissi «Sia finita» e mi voltai. Euridice scomparve come si spegne una candela. Sentii soltanto un cigolio, come d’un topo che si salva. –
(C. Pavese, Dialoghi con Leucò, L’inconsolabile)
*
Crepuscolo
*
Io t’incontrai dove la notte
confina col giorno; dove la luce
suscita le tenebre in alba
e l’onde portano il bacio
dall’uno all’altro lido.
Dal cuore dell’azzurro impenetrabile
giunge un aureo appello,
e attraverso il crepuscolo di lagrime
io tento di fissarti,
e non son sicuro di vederti.
(R. Tagore)
*
Visione
*
Ricordo l’istante incantato:
Davanti m’eri apparsa tu,
Come fuggevole visione,
Come genio di pura bellezza.
Nei disperati miei tormenti,
Nel chiasso delle vanità,
Tenera udivo la tua voce,
Sognavo i cari lineamenti.
Anni trascorsero. Bufere
Gli antichi sogni poi travolsero,
Dimenticai la tua tenera voce,
I tuoi celesti lineamenti
E in silenzio passavo i giorni
Recluso nel vuoto grigiore,
Senza più fede e ispirazione,
Senza lacrime, né vita né amore.
All’anima fu dato risveglio:
E ancora mi sei apparsa tu,
Come fuggevole visione,
Come genio di pura bellezza.
E nell’ebbrezza batte il cuore
E tutto in me risorge già –
E la fede e l’ispirazione
E la vita e le lacrime e l’amore.
(A. Puškin)
*